La chiesa dei SS. Pietro e Paolo sorge lungo la strada Provinciale via Pirandello; si ritiene che la chiesa di San Pietro, come viene comunemente chiamata dal popolo, sia la più antica chiesa cristiana di Taormina.

La chiesa di S. Pietro era situata in mezzo alla necropoli araba, di cui ora restano scarsi avanzi, dopo che la maggior parte di essa fu distrutta nel 1825-30, durante la costruzione della strada intitola a Luigi Pirandello.
Lo storico ed archeologo inglese Edward Augustus Freeman, il quale fece degli scavi nell’area circostante la chiesa, afferma che essa fu edificata sulle rovine di un tempio greco molto probabilmente dedicato al Dio del vino Diònysos o Bacco.
La facciata della chiesa risale al sec. XVIII e mostra un semplice portale con stipiti ed architrave in pietra di Taormina e al di sopra di quest’ultimo c’è un arco a tutto sesto pure in pietra di Taormina, che ha una sporgente chiave d’arco.
Sovrasta il portale una finestra con stipiti ed architrave in pietra di Siracusa, il cui davanzale poggia sull’arco della porta. La parte alta degli stipiti della finestra è decorata con una doppia voluta scolpita nella pietra. Al colmo della facciata, che segue lo stile a doppio spiovente dell’epoca barocca c’è una piccola croce di ferro.
A sinistra del portale c’è un corpo avanzato, composto di due parti, di cui la più esterna è a semicerchio, mentre quella più interna e a forma di chiesetta a due spioventi. Questo corpo di fabbrica avanzata rispetto alla facciata, costruito con la tecnica della pietra a vista, è l’antica cripta della prima chiesa e ora funge da Sagrestia.
Si accede alla cripta attraverso una porta con arco a sesto acuto, con fregio di nera pomice lavica, e l’interno è decorato con affreschi molto rovinati, raffiguranti i SS. Pietro e Paolo.
L’interno della chiesa, che qualche studioso fa risalire alla metà del sec. XIV, è diviso in tre navate delimitate da due arcate a sesto acuto per lato, ed ogni nave ha la sua abside che insieme decorano il transetto, e il tutto è costruito con conci politi. Le arcate che dividono le navate, danno un senso di vastità ambientale che in realtà non esiste, data la piccolezza della chiesa.
Una grande arcata a sesto acuto, incorniciata da un fregio di nera pomice lavica immette all’altar maggiore, che si staglia solitario sopra un basamento di alcuni gradini di marmo rosa di Taormina.
Il soffitto della chiesa è di legno sobriamente elegante, le cui travi poggiano su mensole scolpite, e mentre il soffitto della navata centrale e a doppio spiovente, quelli delle navate laterali e del transetto sono ad un solo spiovente.
Nel muro del transetto e in corrispondenza delle due navate laterali, sono notevoli due portali che mettono in comunicazione le navate minori con il transetto, i quali hanno stipiti ed architravi di pietra di Siracusa, con mensole di sostegno dell’architrave e le mensole dell’architrave nel portale della navata destra raffigurano due grandi teste di leone.
Nella volta della piccola abside dietro l’altar maggiore, che ha pure un arco a sesto acuto, ci sono degli affreschi quattrocenteschi che hanno una loro robustezza figurativa e di colore. Questi affreschi nel 700 furono ricoperti da altre pitture che l’umidità ha però screpolato, rimettendo in luce quelle originali, che rappresentano i 12 Apostoli.
Tutto il pavimento della chiesa di S. Pietro era pieno di tante sepolture. La più grande sepoltura al centro della chiesa, certamente la tomba comune, è chiusa da una lapide con questa iscrizione: "In pelagi tumidis mortales volvimur undis et fragilem ventus jactat uterque ratim in scopulis mortis sperat quassata tyrannis se tandem portu, te duce, PetrefrutAn. Dom. 1714." (fra le turgide onde di un mare procelloso siamo agitati, o mortali, ed un vento crudele travaglia i fianchi alla nostra fragile barchetta, la quale, battuta tra gli scogli tiranni della morte, spera finalmente, o Pietro, col tuo aiuto di giungere alla pace del porto. Anno del Signore 1714).
Si pensa che la chiesa dei SS. Pietro e Paolo sia stata in origine la cappella-moschea del grande cimitero saraceno, cioè la necropoli araba, e che nel sec. XIV sia stata trasformata in chiesa cristiana, restando fuori del perimetro della cinta muraria, e perciò detta “extra moenia”.
La chiesa dei SS. Pietro e Paolo ha continuato a fungere da cimitero fino ai nostri giorni: infatti, recentemente, per speciale concessione della Santa Sede, vi sono stati sepolti l’On. Senatore Giuseppe Caronia e sua moglie. Nella parete sinistra, entrando nella chiesa, c’è una piccola lapide con questa iscrizione: “Nella cripta di questa chiesa riposa nella pace del Signore il Prof. Giuseppe Caronia, emerito scienziato, insigne Pediatra, munifico benefattore. 16/1/1977”.
Subito a destra entrando nella chiesa, si trova un’acquasantiera con piedistallo in marmo rosa di Taormina, la cui vaschetta circolare è ben levigata.
Nella chiesa c’è la statua con la vara di San Pietro soltanto, ma non quella di San Paolo, anche se la chiesa è intitolata ai due Santi; la statua è di cartapesta, decorata con oro zecchino è risale al 1500, mentre la “vara , cioè la portantina di forma esagonale, con 5 colonnine che sostengono il baldacchino, è di legno.
Il 29 giugno, in cui ricorre la festa dei SS. Pietro e Paolo, la statua di San Pietro viene solennemente portata in processione nella chiesa di San Pancrazio dove resta fino al 9 luglio, festa del Patrono di Taormina, allorché i due più importanti Santi di Taormina vengono onorati e portati in processione coi loro ‘fercoli’ dalla Corporazione dei Pescatori, essendo San Pietro il Protettore dei pescatori e San Pancrazio il Protettore di Taormina
INDIRIZZO
Via Pirandello
TELEFONO: +39 0942 620711 / +39 338 5033754
ORARI
Dalle 9:00 alle 20:00. Chiusa in inverno.
TARIFFE
Ingresso gratuito.


